Cenni e cataloghi storici
Documenti storici
Cataloghi storici
Le poche notizie sulle origini e sulle vicende della Confalonieri hanno sempre creato un certo alone di mistero
ma anche destato una forte curiosità fra gli appassionati collezionisti.
Molte ipotesi e supposizioni, spesso erronee, si sono fatte sulla nascita e sugli sviluppi della ditta,
sul nome dei proprietari, sul significato della sigla “C.C.”, sul ruolo avuto da Luigi Chiappa prima e dopo la creazione del marchio “Chialù”.
Lunghe e non facili ricerche ci hanno consentito, tuttavia, di trovare importanti risposte ad alcuni dei fondamentali quesiti prospettati in questi anni.
Da tali risultanze emerge soprattutto, fra le alterne vicende della ditta, una sostanziale linea di continuità,
rappresentata dall'impegno e dalla capacità imprenditoriale di Luigi Chiappa.
Impropriamente ritenuto da molti come mero collaboratore della società e titolare solo negli ultimi anni di una ditta diversa
che utilizzava le vecchie risorse della Confalonieri, egli rappresenta invece l'autentica “anima”,
commerciale della “Ottavio Confalonieri e C.” dalla fondazione fino alla chiusura.
L'altro essenziale protagonista di questa bella avventura è Ottavio Confalonieri, a cui si lega, tra l'altro,
la denominazione stessa della ditta e che, verosimilmente, va considerato come la parte creativa e tecnica del connubio.
Sono Confalonieri e Chiappa, infatti, i sottoscrittori dell'atto costitutivo
della “società in nome collettivo Ottavio Confalonieri e C.”, il 31 gennaio 1934.



Iniziale oggetto è la “fabbricazione di fiori artificiali ed affini per decorazioni per pasticceria”.
Proprio nell'atto costitutivo vengono definiti i diversi ruoli dei due soci. In una delle clausole si prevede che
“al socio Confalonieri Ottavio è affidata la parte tecnica, ed egli dovrà dedicare l'intera sua attività all'azienda.
Al socio Chiappa Luigi è riservata l'amministrazione dell'azienda a cui potrà provvedere con personale
di sua fiducia”: una paritaria ripartizione di funzioni che nasce evidentemente da un diverso tipo di competenze.
Presto la Confalonieri estende la propria attività alla produzione di “statuette infrangibili per Presepio”,
di soldatini definiti di “cartapesta”, di indiani e cow-boys, di figure dello zoo e di plastici,
imitando in qualche modo il modello produttivo di Elastolin e Lineol.
Quelli che seguono sono anni di solida collaborazione tra i due soci e di notevole successo commerciale.
La Confalonieri passa da una iniziale dimensione di piccola ditta artigianale ad una autentica posizione di vertice nel suo settore:
diventa, in sostanza, un'azienda capace di realizzare una vasta e differenziata produzione,
in grado di soddisfare la crescente domanda che viene dal mercato nazionale.



Il periodo di massima ascesa è proprio quello dei primi anni '40 e corrisponde alle fasi iniziali della seconda guerra mondiale.
Questo processo si arresta a seguito del tragico sviluppo delle vicende belliche.
L'attività della ditta - come del resto avviene in tutte le aree produttive del paese - subisce,
dal 1943 fino all'epilogo del 29 aprile 1945, una gravissima crisi con il blocco pressoché totale della produzione.
L'immutato entusiasmo di Luigi Chiappa e le sue capacità imprenditoriali consentono alla Confalonieri,
già pochi mesi dopo la liberazione di Milano, di risollevarsi e di riprendere l'attività,
sebbene gran parte del materiale già realizzato e dei calchi in dotazione non sia più utilizzabile,
perché riproduce forme e temi del regime fascista e della monarchia.
Il 4 luglio 1945 nella ditta entrano due nuovi soci - i coniugi Villa di Milano (l'industriale Ernesto Villa
e sua moglie Luciana Rosa) - i quali acquisiscono la metà delle quote. Viene anche modificata la ragione sociale,
che diventa :”Ottavio Confalonieri e C. di Villa e C.”.
Dopo poco tempo, il 31 agosto 1945, Ottavio Confalonieri recede dalla società, forse perché demotivato dalle vicissitudini
attraversate dall'azienda durante la guerra e scoraggiato dalla difficoltà di ricominciare;
egli, al tempo cinquantacinquenne, ritira dalle casse sociali la sua quota, consentendo però che la società
mantenga nella ragione sociali il nome “Confalonieri”.



Luigi Chiappa, con i soci Villa, riesce, non senza ostacoli, a riavviare la produzione, con l'utilizzazione
dei vecchi calchi del presepe, del far-West, di parte dell'esercito italiano, di alcune armate straniere.
Vengono introdotti, comunque, anche nuovi modelli e nuove tematiche.
Ma la collaborazione tra i tre proprietari non sortisce grandi risultati. Anzi, si profila sempre più la fine dell'attività,
anche per la sopravvenuta crisi economica nazionale. Forse gli italiani di questi anni, con i loro problemi di sopravvivenza,
hanno ben altro a cui pensare e non sono certo disposti ad acquistare soldatini.
Il 7 aprile 1948 si arriva così alla messa in liquidazione della ditta, decisa in pieno accordo dai tre soci.
La tenacia di Luigi Chiappa non tarda a manifestarsi nuovamente dopo pochi mesi: convince i coniugi Villa a revocare la liquidazione e,
il 19 aprile 1949, riavvia la società con un cospicuo incremento del capitale, di gran parte del quale si fa carico egli medesimo.
Il 5 dicembre dello stesso anno i signori Villa decidono di recedere definitivamente. La ditta assume la nuova
denominazione “Ottavio Confalonieri e C. di Chiappa e C.”, trasformata successivamente, il 5 novembre 1953,
in “O. Confalonieri e C. di Luigi Chiappa”.
E' questo il periodo in cui, anche grazie alla ripresa economica generale, la Confalonieri riacquista
la propria forza commerciale, rinnovando la produzione e adattandola alle nuove esigenze
del mercato e all'evolversi degli eventi e dei costumi.



Alla metà degli anni '50, poco resta ormai della vecchia “Confalonieri”.
Nonostante sia mantenuta la ragione sociale della ditta, nasce il nuovo marchio “Chialù” e, con esso, tutta una nuova “linea” di soldatini
e di statuine del presepe che si differenzia in modo significativo da quella del vecchio, glorioso marchio.
Il nome “Confalonieri” scompare definitivamente dai negozi di giocattoli e si allontana dai desideri dei bambini.
Questa storia, peraltro, subisce un arresto definitivo, brusco e sostanzialmente traumatico.
Nel marzo del 1960, un incendio, di verosimile natura accidentale, devasta buona parte della fabbrica di Piazza Wagner n.3.
Ciò causa notevoli problemi per la fabbrica, con la inagibilità di non pochi locali che porterà all'apertura
di un laboratorio sussidiario a S. Colombano (Lodi), in via S. Giovanni di Dio n.10. L'incendio determina
restrizioni da parte dei Vigili del Fuoco di Milano e inevitabili e costosi adeguamenti.
La produzione riprende ancora per quasi due anni con ottimi risultati.
Ma le persistenti difficoltà gestionali inducono Luigi Chiappa, all'epoca sessantanovenne, a dichiarare la cessazione della ditta il 28 febbraio 1962,
ufficialmente per ragioni di salute. Difficile è definire cosa sia avvenuto successivamente.
Certo, molti interrogativi restano ancora senza risposta: ma non averli ancora risolti può rappresentare
un ulteriore stimolo per ricerche future.



Tratto dal libro “SOLDATINI CONFALONIERI - Il Gioco della Storia” autore dr. Santi Racchiusa
Editore Pubblisud - Dimensione Pubblicità - Meri (ME)
Stampato nel 2004